|
*Io e Kay
Se qualcuno mi chiedesse: " nella tua vita qual'è stato l'episodio in cui hai avuto più paura?"
Non risponderei raccontando l' episodio di quando ero rappresentante di preziosi e dei rapinatori mi inseguirono e spararono ad una gomma della mia Volvo e con un pneumatico che ormai aveva preso fuoco dovetti resistere all'inseguimento finché a tutta velocità riuscì a fare irruzione con la macchina dentro la caserma dei carabinieri o di quando a Baracoa mi trovai a vivere un'esperienza atmosferica unica come l'arrivo dell'uragano Katrina o di quando rimasi bloccato dalle piante acquatiche per sette interminabili ore su una piccola imbarcazione con gli alligatori ed i pirana sotto la barca, che iniziavano a leccarsi i baffI
mentre mi stavo inoltrando nel villaggio Indio-Warhao, Boca del Tigre nel Delta dell'Orinoco o di quando, per scherzo, in Colombia, un plotone della F.A.R.C. mi fermò e perquisì lasciandomi nudo nel bel mezzo del carnevale di Barranquila o quando per errore, venni arrestato, trattato come un terrorista e ammanettato al paraurti della macchina della polizia ad Instambul e tanti altri ancora….come la sbottigliata che mi presi in testa a Mikonos, il faro della moto che si spense improvvisamente in un tornante sul Falzarego di notte o di quel rapinatore che voleva far saltare una bomba all'interno della banca…insomma di storie ne avrei ma…racconterei piuttosto di quel tardo pomeriggio di ottobre, durante una tranquilla passeggiata con Kay e Silvia sull'argine del Reno ad Argenta.
 |
Avevamo preso la bella abitudine di andare a fare una passeggiata sull'argine quasi tutti i giorni prima di cena ma quella sera di ottobre, ero arrivato a casa tardi dall'ufficio, un po'stanchino, da poco era stato ripristinato l'orario solare, stava scendendo un po' di nebbia e nonostante fossero solo le sei e mezzo della sera sembrava già notte fonda.
Ciò nonostante come avrei potuto dire di no ad una semplice passeggiata visto che quando rientrai a casa trovai sulla porta di casa Silvia e Kay già belle che pronte, guinzaglio alla mano e sembrava non aspettassero altro?
Mi misi una paio di jeans, le scarpe da tennis e per cercare di dar più senso di avventura alla nostra escursionedisposi di armarci con torce elettriche e bastoni. Di li a poco ci saremmo trovati sull'argine.
|
In effetti c'era buio pesto e la nebbia cominciava ad infittirsi.
Conoscendo bene l'audacia del resto della troupe volli rincarare la dose e per rendere la nostra avventura ancora più emozionate iniziai a chiedere con un tono apprensivo: "chissà quante bisce ci saranno sull'argine stasera, chissà quante rane, chissà quanti rospetti... ma noi non abbiamo paura di nessuno vero? Abbiamo Kay che ci dif…"
Credo di non aver fatto in tempo a terminare la parola "difende" che in un attimo le nebbie davanti a noi si dischiusero e scatenato, senza museruola, con un impeto mai visto in vita mia ed una espressione molto poco raccomandabile si catapultò su di noi un American Staffordshire Bull Terrier.
Qualcuno definisce l'American Staffordshire Bull Terrier un cane aggressivo, feroce ed ingestibile ma io sapevo perfettamente che tutto dipende dall'educazione che gli viene impartita dal padrone.
Ma dov'era adesso il suo padrone? Chi era? Come l'aveva educato?
Certo l'American Staffordshire Bull Terrier è un cane dotato di una forza straordinaria, coccolone ed affettuoso in famiglia dicono… ma molto, molto diffidente con gli estranei e guai ad invadere il suo territorio.
Quell'American Staffordshire Bull Terrier continuava, eccitatissimo ad aggirarci, ad annusarci e a guardarci come per dire:
"vi siete cacciati in un bel guaio… che ci fate nel mio territorio…?"
Avevo il sangue raggelato nelle vene.
L'American Staffordshire Bull Terrier è considerato il gladiatore del genere canino. Avevo letto che è fortissimo e resistentissimo usato un tempo – e da li prende il nome - nei combattimenti tra cani e tori ed era in grado, grazie alle mascelle forti come quelle di un coccodrillo e alla presa salda e solida, di rimanere attaccato alla gola di un bovino per un tempo inimmaginabile fino ad abbatterlo.
Cosa avrebbe potuto succedere se qualcuno di noi avesse fatto un gesto inconsulto, uno scatto, un urlo?
Mi avrebbe rincorso ed azzannato alle chiappe se avessi tentato un improbabile fuga oppure si sarebbe attaccato alla gola di Kay se solo si fosse avvicinata per annusarlo… e se Silvia, da grande amante dei cani quale è, e del tutto ignara del pericolo che stavamo correndo, avesse allungato un braccino per magari accarezzarlo… glielo avrebbe spezzato come se un grissino?
Con voce tremolante dissi: "stiamo fermi! lasciamolo fare. Che nessuno si muova e che Dio ci benedica" mentre con la pila iniziai a lanciare dei timidi S.O.S. verso la direzione dalla quale quel American Staffordshire Bull Terrier era sopraggiunto e da dove speravo al più presto arrivasse anche il suo padrone ma invano.
Trascorremmo alcuni secondi completamente paralizzati che parvero ore interminabili prima che Kay...
decidesse di prendere l'iniziativa.
Iniziò prima a scodinzolare un po' poi, una volta rotto il ghiaccio…esordì con qualche figura. Iniziò a roteare su se stessa come una trottola impazzita, fece di corsa cerchi, linee, passetti, due piroette e tre salti ed un otto. Eseguì prima un doppio, poi triplo Axel preceduto da una trottola saltata, una combinata ed una rovesciata con cambio di zampa, fece una combinazione di otto salti incluso un altro Axel, un twist doppio coniugando alla grazia ed eleganza un altissimo grado di perfezione tecnica. Sempre sotto gli occhi stupefatti di quel American Staffordshire Bull Terrier, Kay fece un salto lanciato e come elemento addizionale volle fare una spirale, due voli d'angelo un pivot della morte esterno dietro, un'altra trottola saltata, una trottola combinata e una sequenza di passi con cerchio, diagonale, mediana e serpentina tutti con la lingua penzoloni, eseguì poi un set di twizzles e poco prima della conclusione del programma, che prevedeva la spaccata, arrivò il padrone di un attonito, incredulo e sbigottito American Staffordshire Bull Terrier che lo incatenò come un vitellino.
|
|